“The Perfections”: una cronaca agrodolce della vita da espatriato a Berlino

In questo romanzo, lo scrittore Vincenzo Latronico ritrae Berlino come il fragile teatro di una generazione globalizzata. Una bella analisi elogiata dal “New York Times”, tra critica sociale ed eleganza romantica.
Nel suo libro The Perfections (appena tradotto in inglese e che sarà pubblicato in francese nel 2023 da Gallimard), lo scrittore italiano Vincenzo Latronico offre, secondo il New York Times , “ uno dei ritratti più potenti della vita degli espatriati a Berlino” degli ultimi anni. Pubblicato in inglese con la traduzione di Sophie Hughes, questo romanzo segue Anna e Tom, due trentenni provenienti da un "grande ma periferico paese dell'Europa meridionale", che si trasferiscono a Berlino negli anni 2010, nel periodo di massimo splendore della città come capitale non ufficiale di un'Europa creativa e globalizzata.
La coppia, a cui nel libro ci si riferisce con il solo termine " loro", incarna una generazione di espatriati plasmata dalle piattaforme digitali, dalle startup e dai privilegi della libera circolazione. Il loro appartamento di design nel quartiere alla moda di Neukölln – “sedia danese su tappeto berbero, vinili dei Radiohead” – diventa una vetrina, un’estensione della loro identità costruita. "Berlino era il loro hobby principale. Per molti versi, li definiva molto più della loro professione."
Latronico esamina attentamente una “comunità inventata” di cittadini mobili, culturalmente connessi ma politicamente assenti. "Spesso finivano per discutere di cose viste online, in qualche altra parte del mondo, di solito in California o a New York." Il romanzo mette in luce il crudele contrasto tra l'immagine di Berlino come libera capitale artistica e la realtà vissuta da questi espatriati, lontani dal loro ambiente immediato.
L'instabilità di questa bolla cosmopolita diventa evidente non appena si verificano shock esterni: l'arrivo massiccio di persone che parlano inglese nel 2014, la crisi migratoria del 2015, l'aumento degli affitti, gli sfratti, le separazioni e i rientri nel Paese. Di fronte a ciò, Anna e Tom capiscono che “ il cosmopolitismo senza politica è un vicolo cieco”. Il loro tentativo di interagire con i rifugiati è ostacolato dalla loro incompetenza linguistica e dalla loro scarsa utilità, che li riduce allo status di comparse privilegiate.
Senza mai scadere nel ridicolo, The Perfections offre una satira sottile di questa generazione mobile, urbana e liberale, "il cui orizzonte intellettuale era riassunto nei titoli del Guardian o del New York Times ", sottolinea lo stesso New York Times ! Berlino, ancora oggi, sfrutta la sua immagine di Eldorado artistico, mentre al contempo funge da capro espiatorio per i discorsi nazionalisti tedeschi. Questo romanzo lucido cattura così, attraverso i vagabondaggi agrodolci dei suoi protagonisti, quello che forse è stato il culmine – e il crepuscolo – dell’utopia degli espatriati in Europa.